Lapsus
Urbano


Comizi d’amore



Instant Kepler






Workshop condotto da Kepler-452
nell’ambito del festival Welcome to Socotra
un progetto della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

durata 4 ore



Nel corso di un brevissimo incontro la compagnia Kepler-452 insieme al gruppo dei partecipanti del laboratorio, tenta di dare luogo a un’esplorazione urbana nelle zone immediatamente circostanti Fondazione Feltrinelli.

La domanda reggente è: chi sono gli Altri? Chi percepisco come davvero diverso da me? E in cosa siamo diversi? Quanto spesso mi occupo di osservare ciò che, a un primo sguardo, mi respinge?

Le traiettorie che descriviamo all’interno della città sono spesso uguali a se stesse, finalizzate ad obiettivi pratici, ergonomici, immediati. Gli «esploratori del reale» coinvolti in questo workshop intensivo sono invece invitati a lasciarsi sorprendere dall’ambiente urbano, dal quotidiano che diventa straniero, raccogliendo impressioni e sguardi su ciò che c’è nella realtà, filtrando questa osservazione attraverso un tema, Gli Altri – esplorato dalla compagnia nell’omonimo spettacolo.
Dopo un momento di riscaldamento condotto dalla compagnia e un racconto dei luoghi del circondario mappati da Kepler-452, i partecipanti vengono dotati di un prontuario metodologico per affrontare una piccola spedizione urbana d’osservazione, per  condurre individualmente una breve esplorazione dei dintorni.
Al loro ritorno vengono chiamati a restituire ciò che i loro sguardi hanno colto attraverso lo strumento del podcast – di un instant podcast: con microdrammaturgie sonore e sceniche create sotto la guida della compagnia. Una polifonia di voci sull’Alterità in una data porzione dello spazio, della città, della realtà.


Something Authentic






Something Authentic è inserito in
“Intercettazioni” –  Centro di Residenza Artistica della Lombardia


un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, ZONA K
con il contributo di Regione Lombardia, MiBAC e Fondazione Cariplo



Che cosa significa viaggiare? Perché si viaggia? Per rispondere si può collegare l’idea della mobilità con la conoscenza: andare, per conoscere. E conoscere significa vedere, incontrare, sorprendersi… Ricercare il vero, l’incontro: l’autenticità. E poi tornare cambiati. Ma è ancora possibile oggi fare un’esperienza autentica? Oggi che il viaggio è irregimentato nelle logiche del turismo – oggi, che le mete hanno nomi e mitologie familiari, prefissate, standard. Verso di esse convergono voli, investimenti pubblicitari, pacchetti per week-end romantici, sciami di offerte su Airbnb e Groupon. Una volta arrivati, le strade sono contese dai marchi internazionali, uguali a Praga come a Dubai, senza respiro. Lasciarseli indietro è difficile: non ci sono mezzi di trasporto; ci sono i muri alti del villaggio vacanze, o semplicemente, nel programma capillare delle visite… non c’è tempo. E così nelle condotte forzate del Viaggio Organizzato si scivola fino al check-in della ripartenza. Ma quali sono gli ostacoli – fisici, economici e politici – che intralciano la possibilità di viaggiare davvero, di conoscere e di incontrare? Come si infrange la Bolla Turistica?

Proviamo per un attimo a capovolgere la prospettiva: e se il viaggio fosse non il movimento di un individuo attraverso lo spazio-tempo, ma il flusso di una catena di luoghi attraverso la nostra percezione – visiva, uditiva, olfattiva, sensoriale – nel tempo? Sarebbe possibile fare un’esperienza autentica in un tour attraverso Google Street View, o bevendo in silenzio un tè con una signora giapponese, su Zoom? Esistono nuove forme, ancora inviolate, ancora vergini, di autenticità?

Nel corso della residenza a ZONA K, Kepler-452 – attraverso dispositivi audiovisivi e remoti – si propone di affrontare i temi del viaggio e del turismo in un tempo in cui il viaggio e il turismo sono stati stravolti e rivoluzionati, e in un tempo in cui le bolle turistiche sono sempre più solide e difficili da infrangere, in cui i muri dei villaggi turistici sempre più alti e escludenti, in un tempo in cui aprire la porta a una persona sconosciuta è un atto dirompentemente politico.


Tra il dentro e il fuori






workshop condotto da Kepler-452
nell’ambito di 10x10 - Dialoghi sull’arte a cura di Masc Collettivo negli spazi di Officina Giovani - Prato
durata 4 ore





Nel laboratorio Tra il dentro e il fuori si esplora la possibilità di creare un dispositivo registico, drammaturgico e attorale a partire dalla conduzione di una esperienza reale vissuta nel “fuori”, andando cioè a esplorare la realtà fuori dal teatro e dalla sala prove per trarne un principio di creazione teatrale concentrandosi sulle basi fondanti dell’azione drammatica. Nella prima parte del laboratorio si illustrano i principi fondamentali del lavoro di ricerca di Kepler-452 partendo da esempi concreti di lavori svolti dalla compagnia. Successivamente, dopo un training volto all’attivazione fisica e immaginativa dei partecipanti tramite esercizi specifici, viene richiesto al gruppo di trascorrere un breve tempo (20 minuti) nei pressi del teatro, con l’obiettivo di “fare una esperienza”. I partecipanti saranno invitati a osservare cioè che incontreranno nel breve tempo a disposizione attraverso una specifica lente, concentrandosi su ciò che di stereotipico è possibile trovare nelle nostre città e tra gli abitanti. Successivamente, tornati in teatro, si lavora collettivamente a una restituzione teatrale dell’esperienza svolta attraverso la creazione di un “dispositivo” che sia in grado di analizzare gli elementi dello sguardo stereotipico, di interrogarsi rispetto ad esso, confermandolo o confutandolo, attivando meccanismi di “conflitto teatrale” per restituire una complessità di punti di vista attorno a un tema così delicato.