Come partecipare Il laboratorio, a differenza degli altri previsti a Festival 20 30, prevede una selezione ed è aperto ad un massimo di dieci partecipanti, non importa se professionisti del teatro o meno. Per iscriversi vi chiediamo di mandarci una mail all’indirizzo festival2030@gmail.com con il vostro curriculum. Non vi chiediamo una classica lettera motivazionale.  Vorremmo invece che ci inoltraste, entro e non oltre il 3 novembre, su Whatsapp (al +39 338 4463302) un messaggio vocale di massimo due minuti che avrete inviato a un vostro genitore per raccontargli/le che vorreste partecipare a questo laboratorio e che dunque li dovrete intervistare/coinvolgere. Se vi mandano una bella risposta, previa autorizzazione da parte loro, potete inviarci anche quella. Qualora non abbiate la possibilità di mettervi in contatto con un vostro genitore va bene qualunque figura che voi consideriate genitoriale. I partecipanti selezionati verranno contattati il 4 novembre.

Quando Giovedì 7 novembre: h. 14:00-18.00 Arena del Sole – Sala vetri Venerdì 8 novembre: h. 14:00-18.00Arena del Sole – Sala vetri Sabato 9 novembre: h. 14:00-18.00Arena del Sole – Sala vetri Martedì 19 novembre: h. 10:00-14:00 LabOratorio San Filippo Neri Mercoledì 20 novembre: h. 14:00-18:00 LabOratorio San Filippo Neri Giovedì 21 novembre: h. 09:30-13:30 LabOratorio San Filippo Neri Venerdì 22 novembre: h. 14:00-18.00 LabOratorio San Filippo Neri Domenica 24 novembre ore 20:30 LabOratorio San Filippo Neri Uguale ma più piccolo -Un laboratorio per figli Finale di laboratorio a cura di Kepler-452

La partecipazione a Uguale ma più piccolo è, come tutte le attività di Festival 20 30, scandalosamente gratis.


Uguale ma più piccolo
Un laboratorio per figli
A cura di Kepler-452


“Invecchiando trovo in me particolari di lui alla mia età di adesso: qualche segno delle mani, un’espressione allo specchio, un tono di voce. Questa cosa non mi piace per niente”
Max Collini – Offlaga Disco Pax

Chi sono i nostri genitori? Cosa hanno a che fare con noi? Ci sembra proprio di conoscerli bene, ma è davvero così? Come guardano la realtà, in un modo che assomiglia al nostro o in modo inconciliabilmente diverso? Fino a quando si è figli?

Queste sono alcune, inevitabili, domande che ci si trova a porsi in quello strano periodo della vita in cui non si è più adolescenti, ma certo non ancora adulti. La condizione di figli, in questo momento in Italia, è particolarmente difficile da abbandonare: precarietà economica, mancanza di prospettive lavorative, peggioramento dello stato sociale, welfare familiare, fanno sì che la condizione di fuorisede si allunghi oltre la propria naturale scadenza. Ci sembra dunque interessante interrogarci su che cosa significa essere figli e che rapporti ci legano ai nostri genitori.

Molto spesso tentiamo, giustamente, di capire ciò che ci circonda attraverso il filtro dei dati sociali, economici, politici che riusciamo a ottenere. Il rapporto strettamente interno alla famiglia, però, rimane sempre una sorta di punto oscuro, difficilmente sondabile e comprensibile, una sorta di unità prima che forma gli individui nella loro essenza, rendendo tutte le altre influenze, in qualche modo, minori. Pensiamo che il teatro abbia la capacità di esplorare luoghi altrimenti inaccessibili e desideriamo quindi cercare di accendere una luce in questo punto cieco, capire come siamo arrivati fin qui, alla luce dell’eredità che abbiamo ricevuto, senza rinunciare a immaginare quale sarà l’eredità che i figli lasceranno a propria volta ai propri figli, quando e se ne avranno. Chiederemo ai partecipanti al laboratorio di esplorare il loro rapporto coi propri genitori, di parlarci, intervistarli, tentare di capire qualcosa di più del rapporto che li lega. Di interrogarsi su cosa li unisce e cosa li divide, in cosa si somigliano e in cosa, invece, sono davvero diversi. Infine ci soffermeremo sul concetto di eredità, intesa tanto in senso economico quanto umano, spirituale. Cercheremo poi, insieme, di inventare dispositivi teatrali per rendere conto in scena di questa indagine.
Uguale ma più piccolo è un laboratorio più articolato e duraturo rispetto agli altri di Festival 20 30, durante il quale ci prenderemo un po’ più tempo del solito per approfondire un tema che ci sta particolarmente a cuore.